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14.6
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152
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un giorno era lì indaffarato e nervoso tra le arnie e i canali |
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e ad un suo scatto brusco si vide venir contro un paio d' api |
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il mio tumultuoso accento aggressivo dovette annunciargli che fra me e lui l' ostilità era giurata |
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l' ostilità era giurata già in precedenza |
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sbuffando gonfiò le guancie e si mise nervosamente a scrivere e a firmare |
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scivolò sul dorso un paio di volte |
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ognuna per 10-12 metri sul pendio gonfio e ondoso tenendo con le due mani la pistola come un timone |
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finché la fame o il freddo o la pienezza della vescica non convogliano i sogni entro gli schemi consueti |
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gurdulù cominciò a cacciarsi in bocca cucchiaiate avido |
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e subitamente gli antichi terrori caddero |
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gli incubi si afflosciarono |
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La morte perse l' agghiacciante volto mutandosi in cosa semplice e conforme a natura |
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mio padre si divertì per un poco a giocare alla rinfusa coi gioielli |
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poi se ne saziò e lasciò in pace la sposa |
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e oltre all'orologio adesso lui mi deve anche un binocolo da marina |
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mi deve un fucile da pesca e una maschera subacquea che dice tiene già in casa riposti di sopra |
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lasciò che la banda si sfogasse poi sbirciandomi sempre borbottò |
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fa naufragio cola a picco e a stento agilulfo e gurdulù riescono a portare sofronia in salvo a riva |
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l' esercito franco tien testa agli invasori |
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apre una breccia nel fronte saracino e il giovane rambaldo é il primo a farvi impeto |
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e in tale buffa mescolanza la sua bellezza irraggiungibile mi apparve magnifica degna d' un vero re |
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raccoglie le cronache e le impressioni del suo viaggio negli stati uniti in un libro |
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scrive il libro un ottimista in america che però decide di non pubblicare quando é già in bozze |
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e benché fossero probabilmente noiosi esercizi giovanni e maria mai avevano udito musiche più dolci ed umane |
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pelo biondiccio ma crespo e una barba ispida a chiazze |
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la accusavo fra me d' essere infame proprio come le solite matrigne |
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matrigne che appena avuti i figli loro buttano i figliastri da una parte |
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era un giovane bruno gli occhi piccolissimi ma lo sguardo duro e fiero che lo qualificava furbo e tenace |
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milton varcò appena la soglia e si tenne ai bordi della zona di luce |
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e poi al nostro odore noi siamo ormai avvezzi ma le ragazze no e non perdono occasione per manifestarcelo |
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o almeno io così dedussi da un unico e breve episodio accaduto fra noi |
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aveva piedi e mani enormi, denti lunghi e irregolari e una voce sgraziata, cupa, piuttosto rauca |
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Conoscendo Gurdulù come fisico robusto e animo docile lo prese con sé per farne un pescatore d' ostriche. |
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Levi vuole togliere ogni autoreferenzialità ai suoi versi |
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dicendoci che la sua poesia non ha alcun legame con ogni forma tradizionale di lirica italiana |
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a colpi di spada agilulfo e rambaldo di pala gurdulù cacciano i neri visitatori e li fanno volar via |
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appena percettibili facevo deviare le colonne piemontesi e austriache |
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e riuscivo a condurle dove volevo |
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le indagini di Emilio non furono dunque molto profonde |
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ma egli credette che le sue conclusioni logiche anche poggiate su tali basi dovessero bastare a rassicurarlo |
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e sbagli pure se credi che io abbia invidia dei tuoi amici |
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e poi la natalia va al suo ufficio |
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e io devo badare ai miei bambini |
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gurdulù prese a buttare cucchiaiate di zuppa nel cavo del tronco |
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lupo rosso conosce tutti i posti e ora guida 3 per il parco abbandonato |
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il parco é invaso da rampicanti selvatici e da erbe spinose |
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e mio fratello avvicinandosi vide che tra i rami spogli c'era gente |
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uno o due o anche tre per albero seduti o in piedi in atteggiamento grave |
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ci andai e feci un mese di fame |
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quando uscii di prigione ero al punto che invidiavo i cinesi |
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Per arrivare fino in fondo al vicolo i raggi del sole devono scendere diritti rasente le pareti fredde |
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le pareti sono tenute discoste a forza d' arcate che traversano la striscia di cielo azzurro carico |
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Il viso le palpitava in un modo che io guardandolo mi figurai il suo cuore che batteva |
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era simile a un uccellino appena rubato dal nido rinchiuso dentro il pugno |
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i muri sbarravano così debolmente l' intero valico |
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il valico era largo circa 500 metri e chiuso ai fianchi da alte precipitose rupi |
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io ero dai fagioli dell' orto dove bagnavo o legavo i sostegni |
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sentivo Irene e Silvia sedute sotto la magnolia parlarne |
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sì un po' più fredda fece ortiz |
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l' età in cui ogni nuova esperienza anche macabra e inumana é tutta trepida e calda d' amore per la vita |
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né si pensi che il passare la propria giornata fra le scarpe fangose e sbrindellate costituisca un piccolo privilegio |
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baron se vuoi venire a granada quando torneremo vedrai il più ricco feudo della sierra |
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Le fiamme già lambiscono i 11/11/2022. |
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ma gli uomini hanno superato già il panico e si cacciano in mezzo al fumo e al fuoco per salvare le armi e le provviste |
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io mi tenni in guardia e rimasi a bocca chiusa accigliato e fiero. |
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il paese doveva stare subito dietro la rupe perché nel cielo fuggiva veloce il fumo bianco di numerosi comignoli |
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assumendo un tono fiabesco e meditabondo al quale i miei respiri ancora un po' affaticati aggiungevano maestà |
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é un uomo buono e triste |
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é pieno di sfiducia e di disprezzo per il mondo dove gli tocca vivere |
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lui s' aspetta che tutt' a un tratto lo vedano e sussultino |
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facendogli piovere addosso una doccia di sguardi interrogativi |
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puoi trovare in borsa gli specializzati in furti alla cucina con le giacche sollevate da misteriosi rigonfi |
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allora portò le mani a imbuto attorno alla bocca e urlò il nome di giorgio lunghissimamente |
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chissà come farà a metterlo in pratica |
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lui é così avventuroso e ingegnoso senza più possibilità di colpi di mano ed evasioni |
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gli uomini sono in parte già scalzi e coricati |
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sono presi subito dal panico e arraffano la roba a caso pigiandosi contro la porta |
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discutemmo come cani arrabbiati un bel po' |
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ma poi lo chiamarono in segheria e io discesi sullo stradone ridendo |
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osammo appena sporgerci e guardare giù nel buio dove i paesani erano scomparsi |
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eravamo d' inverno e quel giovedì un piovasco freddo annebbiava Procida e il golfo |
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avevo subito riconosciuto al ritmo di quei fischi un linguaggio segreto di segnali |
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una specie di alfabeto morse che mio padre e io avevamo inventato insieme ai tempi felici della mia infanzia e fanciullezza |
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ora per lui i ragazzi tosi erano i gruppi di giustizia e libertà |
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valeva sì la pena di attraversare a nuoto l' oceano pauroso della guerra per giungere a riva |
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e non far altro o più che accendere la sigaretta a Fulvia. |
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invece il sor matteo mi guardò un momento e borbottò |
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ormai erano così vicini e l' aria tanto limpida che milton col suo occhio superiore li vedeva bene in faccia |
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chi aveva barba e baffi e chi no |
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chi portava una automatica e chi il moschetto |
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io buttai in terra nel mio studio le bende e il cotone sporchi. |
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e chiamai la giulia perché li scopasse via |
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i cucinieri lorenesi finito di distribuire il rancio alla truppa avevano abbandonato la marmitta a gurdulù |
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Appena vide e sentì le mie mani alzate il viso della giulia si coprì di uno sfavillio di beatitudine. |
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e il suo viso si aperse ad un sorriso felice a mostrare i suoi denti di lupo |
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ad un tratto i ghiaioni cessarono |
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e la valle sbocciò in un breve pianoro con stentate erbette ai piedi di un circo di pareti |
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dunque gli esuli erano saliti sui platani e sugli olmi con scale a pioli |
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erano concesse dal comune che poi furono tolte |
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vide oltre una gobba un canneto |
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